🔐 La Sicurezza nel Cloud: un’illusione o una scelta consapevole?
“La sicurezza in Cloud, già di per sé, fa sorridere. Se non è strutturata in sicurezza.”
Mi capita spesso di sentire frasi come:
“Tranquillo, è tutto in Cloud!”
Come se questa semplice affermazione bastasse a garantire che i nostri dati siano al sicuro, solo perché si trovano da qualche parte lontano dai nostri occhi.
🤔 Ma facciamo un paragone semplice:
Immaginate di avere del denaro contante.
Invece di tenerlo in casa sotto chiave, decidete di spedirlo a 5.000 chilometri di distanza, in un posto che non conoscete, senza sapere se ci sia una guardia armata, una cassaforte, o anche solo una porta chiusa.
Eppure vi sentite tranquilli, perché è “in Cloud”.
❗ Il punto è uno solo: il Cloud non è sicuro di per sé.
La vera sicurezza non dipende dal fatto che i dati siano in rete, ma da come sono gestiti, cifrati, protetti, accessibili.
🔍 Cosa significa Sicurezza strutturata in Cloud?
Per essere realmente sicuri, i dati in Cloud devono essere protetti con criteri precisi e professionali, ad esempio:
- Accessi protetti da MFA (Autenticazione a più fattori)
- Crittografia dei dati in transito e a riposo
- Backup automatici e geografici
- Controlli sugli accessi (ACL, IP Trust, GeoIP)
- Log di accesso e notifiche sugli eventi critici
- Policy di sicurezza e aggiornamenti costanti
☁️ Il Cloud è una grande opportunità… ma va gestita!
Non è sbagliato usare il Cloud. Tutt’altro.
Ma è fondamentale avere una strategia di sicurezza, come si farebbe per proteggere un ufficio fisico o una cassaforte.
Chi si affida a soluzioni “fai da te” o gratuite, senza sapere chi accede ai propri dati, senza backup né controllo, sta solo trasferendo il rischio da un posto all’altro.
💡 Conclusioni:
Non è il Cloud in sé a essere insicuro.
È l’approccio ingenuo a renderlo vulnerabile.
Serve competenza, esperienza e strumenti adeguati. Solo allora il Cloud diventa una vera risorsa,
protetta quanto – e più – di un server locale.