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Quando l’IA mette in crisi la competenza: più contenuti, meno professionalità

Quando l’IA mette in crisi la competenza: più contenuti, meno professionalità

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Quando l’IA mette in crisi la competenza

Quando l’IA mette in crisi la competenza

Con l’avvento dell’Intelligenza Artificiale, la pubblicazione di contenuti è diventata più semplice che mai.
Ma ciò che noto sempre più spesso è che la facilità di creare testi sta superando di gran lunga la capacità – e la volontà – di verificarne il senso e la veridicità.

Oggi chiunque può produrre articoli su qualsiasi tema, anche senza averne le competenze, le conoscenze, la professionalità e la serietà necessarie.
Così il macellaio si improvvisa esperto di armadi di rete, l’ingegnere civile scrive di telecomunicazioni, il fioraio pubblica analisi sull’anatomia umana… e l’elenco potrebbe continuare all’infinito.

Il rischio è evidente: informazioni imprecise, concetti distorti e, soprattutto, l’abitudine a confondere il “sapere” con il “pubblicare”.
L’IA è uno strumento straordinario, ma il suo valore dipende da chi lo usa e da come lo usa.

Creare contenuti non significa riempire pagine o feed, significa assumersi la responsabilità di quello che si comunica.
E prima di pubblicare, dovremmo chiederci: questo testo è frutto di vera competenza? Può davvero essere utile a chi lo leggerà?

L’IA può dare voce a tutti, ma solo la competenza dà valore alle parole.

Quando l’IA mette in crisi la competenza

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